MarvelIT presenta
# 38 - MISSIONE STELLARE
– 1° parte
di Carmelo Mobilia
ATTENZIONE! QUESTA STORIA SI SVOLGE
SUBITO DOPO VENDICATORI # 99/100.
Anni fa. Empire State University, New
York.
C'è stata anche per lui un'epoca priva di meraviglie, un periodo di assoluta normalità.
Prima dei viaggi interstellari e dei dei raggi cosmici, prima dei Fantastici Quattro e della loro tecnologia futuristica, prima di Mister Fantastic con i capelli sulle tempie brizzolati c’era solamente Reed Richards, brillante studente della Empire State University, di cui si pronosticava un grande avvenire.
Tra una lezione e l’altra, Reed amava sedersi all’ombra di un albero, lontano da sguardi indiscreti, dove, finito il suo caffè, come consuetudine amava fumare la sua pipa.
Cercava
i fiammiferi nella giacca e non li trovava.
<Permetti?>
gli disse una voce proveniente da dietro le spalle. Una mano rapida gli
sottrasse la pipa dalla bocca.
La ragazza coi capelli neri se la mise in bocca e infilò l’indice nel fornello.
Questo iniziò ad ardere di un fuoco verde, che scaldò il tabacco.
<Abigail!>
la riprese Reed.
<Beh,
che c’è? Ora puoi fumare ...> rispose la ragazza, restituendogli la pipa.
<Se
qualcuno ti avesse visto ...>
<Ah, stà tranquillo, hanno tutti occhi solo per quel tuo amico bifolco e le cheerleaders che gli sculettano attorno.>
<Ben
non è un bifolco.> la corresse lui.
<Tutti
i giocatori di football lo sono. Altrimenti, perché diavolo passerebbero tutto
quel tempo a suonarsele?>
<Comunque, dovresti cercare di tenere un profilo più basso ed essere più discreta, riguardo ai tuoi poteri.>
<Già
mi tingo i capelli, che vuoi che altro faccia?> sorrise la ragazza.
<L’umanità
non è ancora pronta, Abigail.>
<Però tu non ti sei affatto spaventato dal mio retaggio alieno.> osservò lei.
Reed
sorrise.
<Per me è diverso. Io ero certo che ci fosse vita nell’universo, e tu confermandomelo mi hai aperto un mondo.> le rispose <Già nel 1940, in Germania, ci furono contatti con la tecnologia aliena. Gli storici dicono che un astronave precipitò lì e fu da essa che i nazisti trassero parte della loro tecnologia bellica, durante la guerra. Certo mai mi sarei aspetto di avere un esperienza diretto di incontro ravvicinato ...>
<E men che meno di portartela a letto, scommetto.> aggiunse Abigail con malizia.
Reed
arrossì.
<Adoro
quando fai il timido, Reed Richards.> ammise lei, prima di baciarlo.
Oggi. Vienna, Austria. Ufficio delle
Nazioni Unite.
La Fantasticar con a bordo Reed Richards atterrò silenziosamente sul tetto del palazzo.
Ad attenderlo lì c’erano Nick Fury, il direttore dello S.H.I.E.L.D. e Abigail Brand, direttrice dello S.W.O.R.D., la donna che aveva avvisato il mondo dell’arrivo imminente della flotta stella di Thanos.
<Benvenuto dottor Richards.> lo accolse la donna, in tono formale.
<Salve
direttrice Brand. Nick ...>
<Sei
il primo ad essere arrivato da New York, Reed.> rispose Fury, nel salutarlo.
<Chi
manca?>
<Iron Man dovrebbe arrivare a momenti. Hank Pym ha avvisato che non verrà; si unirà a noi in videoconferenza. Stessa cosa per i canadesi, i russi e il resto degli europei. Gli altri sono già arrivati.>
<E
chi sono?> chiese Reed.
<Venga
con me, l’accompagno alla sala riunioni.> disse ancora la Brand.
<Io rimango ad attendere Testa di Ferro. Ne approfitto per dare un paio di boccate.> disse Fury, estraendo l’ennesimo sigaro.
Reed
e la Brad entrarono nel palazzo.
<”Dottor
Richards” eh? Che fine ha fatto il “Reed”?> chiese lui.
<Le
cose sono cambiate in questi anni, dottor Richards.>
<Vedo. Hai smesso di tingerti i capelli.> osservò Reed, fissandole la chioma verde.
<Già.
Direi che oramai il mondo è più che pronto a fare conoscenza con forme di vita
aliene, non credi?> rispose lei con sarcasmo.
<Ti trovo bene Abigail, davvero. Mi fa piacere rivederti. E congratulazioni per la tua carriera.> le disse lui, con un tono inaspettatamente affettuoso.
Se la
cosa colpì Abigail essa non lo diede a vedere, e si limitò a rispondere:
<Il
lavoro migliore per chi è mezza aliena, non ti pare?>
Della donna che Reed aveva amato in gioventù pare che non rimanesse più niente.
Oggi
c’era solo la rigida direttrice Brand.
Arrivati
a destinazione, Abigail gli presentò il resto dei presenti.
<Signori, il dottor Reed Richards dei Fantastici Quattro, sono certa che lo conosciate tutti. Dottor Richards, questi sono il Centurione Titus dei Nova Corps, Starfox di Titano, Nova dei Vendicatori Costa Ovest e Drokk, rappresentante della Fratellanza Badoon.>
Dopo alcuni convenevoli tutti i presenti si scambiarono commenti su quanto era avvenuto. Thanos aveva portato sulla Terra la più grande flotta aliena dai tempi dell’invasione marziana. Molte erano state le perdite e i danni da lui provocati, ma ancora una volta l’umanità era riuscita a sopravvivere.*
*= vedi Vendicatori 99/100 e la ”Guerra dei Mondi” MiT.
Arrivò infine anche Iron Man, e la Brand iniziò la riunione.**
<Bene, ora che ci siamo tutti, questa è la situazione > disse, indicando l’immagine proiettata sul muro di un grafico che riassumeva ciò che sta descrivendo.
<Inutile a dirsi, ma la Terra non è equipaggiata per processare ed imprigionare più di settemila terroristi alieni. Di conseguenza le Nazioni Unite hanno deciso di considerarli combattenti nemici e di rispedirli a casa loro.>
<E dato che la Terra è troppo primitiva per avere i mezzi per farlo, il Corpo dei Nova si occuperà del trasferimento> interviene la tigre umanoide.
<Grazie, Centurione Titus. In cambio, non sottolineeremo come le forze terrestri abbiano salvato le chiappe alla sua squadra durante l’attacco di Thanos.> replicò Abigail.
<I circa tremila Badoon saranno riportati sul loro pianeta...> proseguì la Brand.
<<Senza pagare per le loro azioni? Chi ci assicura che non ci riproveranno?>> osservò Iron Man.
<Sono stati accusati di alto tradimento nei confronti del Fratello Reale ed affronteranno la corte marziale. Subiranno la giusta punizione, te l’assicuro.> rispose Drokk.
<I Badoon non sono noti per il rispetto dei diritti umani; chi ci garantisce che non saranno uccisi appena rimesso piede sul proprio pianeta?> obiettò Mister Fantastic.
<“Diritti umani”. Il termine stesso che usate dimostra la vostra provincialità .> rispose Drokk.
<Forse il Corpo dei Nova potrebbe intercedere per ottenere qualche garanzia. > interviene il Nova terreste, Richard Rider, a cui rispose direttamente Titus:
<I Nova non interferiscono con le leggi dei pianeti che proteggono, recluta.>
<Allora dovrebbero! Non provo simpatia per quei rettili, ma non possiamo appoggiare un’esecuzione sommaria solo perché sono soldati nemici.>
<Sono d’accordo. Se i loro diritti non fossero rispettati, Titano potrebbe rompere i propri rapporti diplomatici e commerciali con l’Impero Badoon> aggiunse Starfox.
<Non è una decisione che spetta a me, ma ne discuterò con il Fratello Reale.> rispose Drokk.
<In aggiunta ai tremila Badoon, abbiamo identificato un altro migliaio di prigionieri come ricercati per una serie di crimini abbastanza lunga, cosa da aspettarsi da dei pirati spaziali. Il Corpo dei Nova si occuperà della loro estradizione.> continua la Direttrice Brand.
<Ed incrociando tutti i database a nostra disposizione, in aggiunta alla collaborazione di Genis-Vell, abbiamo identificato la provenienza di altri mille prigionieri. Nonostante non siano ufficialmente ricercati, ci occuperemo del loro ritorno a casa.> proseguì Mister Fantastic.
<Titano fornirà i
mezzi necessari per il trasferimento.> offre Starfox.
<Il che ci lascia con duemila terroristi alieni di cui non sappiamo un accidente, compresa l’ufficiale più alta in grado, Proxima Media Nox. Anche volendo rimandarli a casa, non sappiamo dove sia. Ed alcuni di loro possiedono capacità superumane considerevoli.> conclude la Direttrice Brand.
<Il Corpo dei Nova è disposto a gestire anche loro, ma trattandosi di un’attività che potrebbe richiedere anni, abbiamo qualcosa da chiedere in cambio. Il corpo di Thanos.>
<Assolutamente no>
risposero all’unisono Brand e Fury.
<<Cosa se ne fanno i Nova di un cadavere pietrificato?>> disse Iron Man
<Cosa se ne fanno i terrestri?> controbattè Titus.
<Thanos è una responsabilità di Titano. Il corpo di mio fratello deve tornare a casa.> intervenne Starfox.
<E’ troppo pericoloso: secondo le mie analisi, il corpo di Thanos emette ancora una leggera firma energetica. Deve essere studiato con cura.> obiettò Mister Fantastic.
<Senza offesa, dottor Richards, ma Titano dispone di mezzi per tenere sotto controllo Thanos che semplicemente non sono disponibili sulla Terra.> insistette Starfox.
<Non si direbbe, visti i precedenti.> commentò Nova, guadagnandosi un’occhiata di risentimento.
<<Nova solleva un punto importante: Thanos è già stato trasformato in una statua in passato, e nonostante fosse su Titano questo non gli ha impedito di tornare>>
<Un motivo in più per affidarlo ai Nova.> insistette nuovamenteTitus.
<Fino a quando non avrò la più assoluta certezza che Thanos non è più una minaccia, quella statua non si muoverà di un centimetro.> gli rispose la Direttrice Brand.
<L’Impero Badoon
appoggia questa soluzione.> aggiunse Drokk.
<<Perché ho il sospetto che non sia per motivi altruistici?>>
<E’ molto semplice, umano. Se Thanos è veramente morto, quella è solo una statua inutile e non abbiamo obiezioni che resti sulla Terra. Se invece fosse ancora vivo... se Thanos ritornasse, preferirei fosse il più lontano possibile da casa mia.>**
<Non fa una piega.> scherzò Nova.
<Allora siamo d’accordo: lo S.W.O.R.D. terrà sotto osservazione la statua di Thanos, mentre i prigionieri verranno scortati nei rispettivi paesi da scialuppe fornite da Titano e scortate da un membro dei Nova Corps.> sentenziò Fury.
Nessuno ebbe di che contraddirlo.
<I Fantasti Quattro
si offrono di accompagnare la missione. In particolar modo verso quei pianeti
ostili: vogliamo evitare esecuzioni sommarie.> disse Reed Richards.
** = l’intero dialogo è riportato pari pari da S.W.O.R.D MiT # 11
La riunione terminò e
ognuno andò per la sua strada.
La direttrice Brand
accompagnò Reed alla Fantasticar.
<Ti ringrazio per avermi sostenuto, sulla questione Thanos. Voglio vigilare direttamente coi miei occhi, su quella statua.>
<Sono d’accordo. E’ troppo pericolosa per lasciarla in mane poco sicure.> rispose Reed.
<E
le mie le consideri sicure?> osservò lei.
<Assolutamente. Per quanto ti atteggi a dura e cinica, Abigail, so che hai un etica e una morale su cui posso fare contare. Per questo ti ho caldamente raccomandata, quando hanno formato lo S.W.O.R.D.; non conosco nessuno di più affidabile, se si tratta di salvaguardare vite aliene.>
<Mi lusinghi.> rispose lei <E’ per questo che ti sei offerto di accompagnare la missione?>
<Ci sono prigionieri particolarmente ostici che, come dicevo, temo possano dare problemi. Inoltre vogliamo evitare ci siano esecuzioni sommarie per i loro reati.>
<Già, Dio solo sa gli incidenti interplanetari che una cosa del genere potrebbe scatenare.>
<Purtroppo la Convenzione di Chandilair* non è rispettata su certi pianeti.> osservò <E noi Fantastici Quattro siamo i maggiori esperti mondiali sugli alieni.>
<Dopo
di me.> esclamò Abigail.
Reed si limitò a sorridere e a salire sul suo mezzo.
<Ci riaggiorniamo tra un paio di giorni. Ah, e Abigail...?>
<Si?>
<Grazie
per essere passata al tu.> le disse, poco prima di spiccare il volo.
La
donna si limitò ad una smorfia di fastidio.
* = simile alla convenzione di Ginevra, ma a livello interplanetario.
Four Freedom Plaza, Manhattan.
Jonathan
“Johnny” Storm stava giocando col nipote Franklin alla Play Station, mentre sul
divano la nipote più piccola Valeria stava leggendo un libro.
<Attento zio Johnny, ce l’hai alle spalle!>
<Lo
vedo piccolo, grazie.>
<Che è tutto sto casino? A che state giocando?> disse Ben Grimm, entrando nella stanza.
<A “Earthfall”, zio Ben. Stiamo combattendo un invasione aliena.> gli rispose Franklin.
<Cribbio. Non ne avete avuto abbastanza, di invasori aliene?>
<Ah, sta zitto Ben. E’ il massimo. I ragazzi hanno bisogno di divertirsi un po’.>
<Uhmpf. E’ meglio il football.> osservò Ben, con tono polemico <Meno male che c’è chi ha ancora un passatempo sano. Tu cosa stai leggendo, passerotto? Un libro di favole?> domandò la Cosa alla piccola Valeria.
La bambina mostrò la copertina del suo libro. Neanche gli Dei di Isaac Asimov.
<Anche questo parla di alieni, zio Ben. Ha vinto ben due premi, ed era anche il preferito di Asimov.> disse candidamente la bambina.
<Per mia zia Petunia ...> esclamò la Cosa, sorpreso <A soli cinque anni leggi quel mattone lì? Tutta tuo padre ...>
Nel
frattempo, sul tetto del palazzo, Susan
stava osservando la città.
Un’ombra che calava dall’alto la coprì di colpo.
La
donna si girò e vide planare sopra di lei un vecchio amico.
<Salve Susan. Ti vedo pensierosa...> esordì Sub Mariner.
<Ciao
Namor. Stavo guardavo lì sotto... guarda che disastro. Ed è così in ogni parte
del mondo.>
<Già, questa volta ce la siamo vista davvero brutta.> disse Namor <Ma ce l’abbiamo fatta. Come tutte le altre volte. Ormai abbiamo una certa esperienza, in queste cose.>
<Ma
non è mai facile. Mai.> disse lei.
<La
cosa ti turba, vedo.>
<Non
dovrebbe?>
<Non volevo dire questo> rispose Namor <Sarà che io ho visto l’Europa nella seconda Guerra Mondiale, ma ormai ci ho fatto il callo alla distruzione e alla violenza. Un tempo credevo fosse una prerogativa dell’uomo di superficie, ma vedo che anche oltre le stelle le cose non sono certo migliori.>
<E
la cosa non ti fa star male?> chiese Susan.
<Non mi concedo il tempo di pensarci, di rifletterci. La filosofia la lascio ad altri. Il sono il principe vendicativo, un guerriero nato per difendere la mia gente. Finchè ci saranno minacce al mio popolo ... e alle persone che amo, io combatterò per loro.>
Susan sospirò. Era esattamente la risposta che si aspettava da Namor.
Stava
per controbattere, quando all’improvviso la Fantasticar di suo marito atterrò
sul tetto.
<Salve
Namor.> salutò Reed.
<Salute
a te, Richards.> ricambiò Sub Mariner, facendo un cenno con la testa.
<Sei tornato dal tuo convegno?> chiese Susan.
<Esattamente.
Abbiamo molto di cui parlare. Raduna anche gli altri, per favore.>
<E’ qualcosa in cui posso aiutarvi?> domandò il re di Atlantide.
<Ti
ringrazio Namor, ma non credo. E’ una questione di politica interstellare.>
<Lascio a te le questioni diplomatiche, allora.> rispose Sub Mariner <Ma qualora ci fosse bisogno, non esitate a chiamarmi. Susan, è stato un piacere come sempre.> disse congedandosi, librandosi in volo verso il tramonto.
<Ti vuole ancora bene, non è vero?> disse Reed, abbracciando la moglie.
<No.
Ormai gli è passata.> rispose Susan.
<Sarebbe del tutto normale.> osservò lui, come se avesse ignorato la risposta di lei.
<E’
solo un buon amico.> si limitò a risponderli lei.
Poco più tardi, nella sala riunioni, Reed illustrò la missione al resto della squadra.
<Il nostro compito sarà di scortare alcuni dei prigionieri più ostili nei loro pianeti nativi, evitando eventuali ritorsioni o tentativi di fuga, assicurandoci che i loro diritti vengano rispettati e che l’operazione di rimpatrio riesca senza alcun intralcio.>
<Dopo il casino che hanno combinato qui non se lo meriterebbero> sbuffò Ben <Ma non permetteremo che a quei buffoni venga torto un solo capello, Gommolo.>
<Giusto.> si accodò Johnny <Ma come faremo a scortare tutti quegli alieni? Non abbiamo un’astronave abbastanza grande.>
<Starfox metterà a disposizione la flotta di Titano. Lo SWORD coordinerà la cosa, con l’appoggio dei Nova Corps.>
<Hai già deciso di quali gruppi alieni ci occuperemo?> chiese Susan.
<No,
la direttrice Brand sta allestendo una
lista. Ci ragguaglierà una volta a bordo.>
<Nessun problema, se c’è da menare le mani, sono il vostro uomo.> osservò Ben.
<E’ una cosa che richiederà del tempo. Sarà meglio che aggiorni adesso tutti i miei social.> disse Johnny. Susan invece su più pragmatica:
<Dobbiamo
occuparci dei ragazzi. Chiamerò Alicia e Wyatt.>
Alcuni giorni dopo.
Dopo che la flotta di Thanos distrusse la loro stazione spaziale, le risorse dello SWORD erano assai ridotte. Nick Fury aveva concesso loro un vecchio QG dello SHIELD, ma di certo non poteva competere con la stazione spaziale distrutta da Thanos.
Per fortuna, Starfox di Titano aveva messo a disposizione per la missione di rimpatrio la più grande aereonave spaziale disponibile dalla sua flotta, la Elysius, un enorme portaerei di dimensioni tali come nessun umano aveva mai visto.
<Favolosa. Davvero favolosa.> esclamò Reed nel vederla.
<Sono lieto che ti piaccia, Reed.> disse Starfox <E’ un po’ l’orgoglio della nostra flotta. Il design originale fu progettato nientemeno che Mar-Vell. Fu sempre lui, come avrai dedotto, a darle il nome.>
<Una costruzione degna di lui e della sua grandezza.> osservò Reed.
<Concordo. La progettò per trarre in salvo profughi da pianeti morenti o sotto attacco. Servirà perfettamente alla scopo.>
<Ne
sono convinto.> rispose Reed.
In
quel momento arrivò anche la direttrice Brand.
<Benvenuti Fantastici Quattro. Susan ...>
<Brand.>
si limitò a rispondere lei, freddamente.
<Vi accompagno verso la sala riunioni.> disse, facendo strada.
La
tensione di poteva tagliare col il coltello.
Johnny rallentò il passo, per restare qualche metro indietro, e si portò la Cosa con sé.
<Gesù. Ci vorrebbe la mia fiamma nova per riscaldare le cose. Com’è che Sue è stata così ... glaciale con la tizia verde?> chiese sottovoce.
<Come non lo sai?> sorrise Ben <La Brand è un ex di Reed. Stavano insieme ai tempi dell’università.>
<Quello
schianto ha l’età di Reed? Ma non mi dire ...> osservò Johnny, squadrandola
per bene.
<Attento, quella non fa per te. E’ una che morde. Anche ai vecchi tempi, io e lei non abbiamo legato troppo. E’ una vipera. Inoltre, ha anch’essa una specie di cervellone, non so quante lingue aliene parla correttamente.>
<Mmmm ... se è così, com’è che Reed l’ha piantata? Voglio dire, sono felice che abbia sposato Sue e tutto il resto, però sembra la donna giusta per lui.>
<E’ lei che a un certo punto l’ha piantato. Mi disse perché era convinta che Reed non l’amasse davvero, e che fosse interessato più alla sua natura di mezza aliena per motivi di studio. Insicurezze da femmine, se vuoi la mia.>
<Ah, è pure mezza aliena? Se è così, com’è che non incontriamo mai aliene di quel tipo, ma solo mostriciattoli verdi come gli Skrull?>
<Questa te l’appoggio ragazzo. Devo riconoscere che gli anni sono stati clementi, con lei, è ancora più gnocca di quanto ricordassi...>
L’ultimo commento gli uscì di bocca a volume troppo alto, e Susan lo sentì.
Si
voltò e diede a Ben un’occhiataccia.
<Uh dai Suzie ... lo sia che faccio il tifo per te, no?>
<Tzè.> si limitò a rispondergli lei.
In
men che non si dica si trovarono tutto nell’immensa sala riunioni.
<Cacchio, qui dentro si può giocare a football...> osservò Ben, constatandone le dimensioni.
Ad attenderli c’erano diversi centurioni Nova, molteplici agenti SWORD, il Vendicatore Quasar, Registratore, il robot dei Riggeliani e Beta Ray Bill, rimasto al servizio di Titano.
Dopo le dovute presentazioni e i convenevoli del caso, la Brand prese la parola e iniziò a delineare i termini della missione:
<Come sapete, siamo qui per poter rimpatriare oltre 7000 alieni attualmente in custodia sulla Terra. Da questa nave coordineremo le operazioni. Ogni squadra addetta al rimpatrio sarà composta da un ufficiale dello SWORD e da un Ranger Nova.> La Brad delineò i dettagli dell’operazione, che in sostanza si trattava di far partire una navicella carica di un certo numero di alieni, assicurarli alle autorità e rientrare per l’aggiornamento.
<Per gli spostamenti useremo la navicelle forniteci dal Corpo dei Nova. Sono in grado di compiere balzi quantistici tali da coprire distanze abissali in pochi secondi. In questo modo sarete in grado di fare più viaggi e scortare più prigionieri. Al termine di ogni operazione di rimpatrio eseguita, farete rapporto ai Ranger Nova, i cui caschi permettono la comunicazione interstellare e quindi la trasmissione dei dati.> aggiunse, dopodiché andò a illustrare i casi più spinosi.
<Ho qui con me una lista di casi particolarmente tosti, alieni ricercati in diversi settori dello spazio. Questi particolari prigionieri sono oggetto di interesse di molti, tra i cacciatori di taglie, complici che potrebbero cercare di farli evadere e gente che intende accopparli per crimini passati.> spiegò <Inutile dirvi che il vostro compito è evitare che ciò avvenga, e che i nostri amici arrivino a destinazione sani e salvi. Ecco di chi vi occuperete:>
Pigiò un tasto e degli ologrammi apparvero al centro del tavolo di comunicazione.
La Brand divise tutti i presenti in squadre, e ogni membro dei Fantastici Quattro venne assegnato ad una team.
<Credevo che noi quattro saremmo stati tutti nella stessa squadra.> osservò Susan.
<Tendo a sfruttare al massimo le risorse, mrs. Richards, e utilizzare voi quattro per un'unica operazione sarebbe uno spreco di poteri.> rispose la Brand.
La cosa aveva senso, doveva ammetterlo, ma l’atteggiamento della donna irritava Susan, che cercò comunque di contenersi.
La riunione terminò, e ognuno dei presenti andò presso a prendere la posizione che gli era stata assegnata. Reed venne avvicinato dal suo nuovo compagno di viaggio.
<Osservazione: è un piacere lavorare con lei, dottor Richards. Thor mi ha parlato di lei in termini lusinghieri.>
<Grazie
Registratore. Sono sicuro che ci troveremo bene.> rispose lui.
<Già
beh, anch’io come Suzie credevo che saremmo partiti insieme, però.> disse
Ben.
<Lo stesso vale per me> aggiunse Johnny <Insomma, non ero preparato a intraprendere una missione interstellare senza di voi.>
<Lo so ragazzi, ma bisogna ammettere che la direttrice Brand ha ragione. Dividerci per scortare quattro prigionieri anziché concentrarci tutti su uno è più pratico e vantaggioso.>
<Sembri
avere molta fiducia in quella donna.> disse Susan.
<Ho molta stima di lei. E’ una vera professionista.> rispose Reed.
<Sicuro
che è solo questo?> lo stuzzicò lei.
<Sicurissimo.>
rispose lui sorridendole.
<Voglio sperarlo. Altrimenti, dovrò rifarmi con Nick Fury: è ancora un bell’uomo, e non è sposato. Poi io ho un debole per gli uomini maturi coi capelli brizzolati.> scherzò lei, passandogli le dita sulle tempie.
<Ma se stai sempre a borbottare per i miei sigari? Vorrei proprio vederti, alle prese con Fury.> osservò Ben.
Tutti
e quattro si lasciarono andare ad una risata liberatoria.
<Ci aspettano delle giornate toste, ragazzi.> disse poi Johnny.
<Aw niente lagne: siamo i Fantastici Quattro. Per noi è roba ordinaria. Forza venite, abbraccio di gruppo.> esclamò Ben, spalancando le enormi braccia di pietra.
Reed
allungò le sue, avvolgendo tutta la sua famiglia.
<Sarà per poco tempo. Ci rivedremo presto.> disse Reed.
<Si.>
rispose Susan.
Sulla carta di trattava di una missione semplice, del tipo che i Fantastici Quattro aveva già svolto in passato. Nessuno poteva immaginare che uno di loro non avrebbe fatto ritorno....
CONTINUA....
LE
NOTE
I Fantasti Quattro sono la più vecchia testata della Marvel. La prima, dalla quale cominciò tutto. Eppure da anni non naviga in buone acque, a livello editoriale, e pure qui in MarvelIT è stata trascurata da noi autori, maggiormente propensi a trattare un altro tipo di eroi.
Chi mi conosce sa come pure io sono più portato a trattare generi differenti dalla fantascienza, dalle storie di tipo poliziesco a quelle di spionaggio.
Eppure, scrivere il Quartetto è stata una sfida per me, che ho voluto accettare.
In questi anni abbiamo giustificato l’assenza dei FQ con un generico “sono in missione nel cosmo” ma a fare cosa? Dopo gli eventi che avete letto su Vendicatori # 99 – 100 e S.W.O.R.D. c’erano parecchi alieni da rimpatriare, e ho immediatamente pensato che questo era pane per i Fantastici Quattro.
Questo mio primo numero è stato introduttivo, ma a partire dal prossimo entreremo nell’avventura vera e propria, sperando di riuscire a riportarvi quel “sense of wonder” che era tipico della avventure di Reed, Sue, Johnny e Ben.
Carmelo
Mobilia